Paccheri con pescespada e seppie

Ci sono pinoli e pinoli.. Si trovano tre varietà di pinoli: i Mediterranei, derivanti dall’omonima area e dal Pinus pinea, i Cinesi provenienti da Cina, Russia Corea e i Pakistani dal Pakistan, Iran e Afghanistan. Il dubbio è che nelle bustine di pinoli sgusciati siano mescolate diverse tipologie di pinoli con prezzi e qualità diversi”. Comunque queste tre varietà di pinoli si possono facilmente distinguere: i mediterranei si presentano di un colore bianco avorio uniforme, mentre quelli di origine asiatica sono gialli ocra, eventualmente anche con punte scure. Differente è pure il gusto: resinosi quelli mediterranei, retrogusto amaro per i cinesi, zuccherini e molto oleosi i pakistani. Anche il prezzo ne risente. La varietà Pinus Pumilia, proveniente dalla Cina o dal Pakistan, può costare al distributore 13,25 euro al chilo. Più cari i pinoli provenienti dal Pakistan, rilavorati e lavati in Italia al costo di 25,75 euro al kg. Se l’origine è spagnola o italiana il prezzo lievita a oltre 46,50 euro al chilo. Con queste forbici di prezzo il vantaggio di mescolare diverse provenienze può essere notevole. Tutti i prodotti confezionati commercializzati in Italia devono riportare in etichetta l’elenco degli ingredienti in ordine decrescente, pertanto se non sono indicati additivi in etichetta (sigla E seguita da numero) o questi non sono presenti, oppure sono presenti ma non indicati e in quel caso si tratta di una “adulterazione” da dimostrare, comunque, in controlli e analisi.
Paccheri con pescespada e seppie
Ci sono pinoli e pinoli.. Si trovano tre varietà di pinoli: i Mediterranei, derivanti dall’omonima area e dal Pinus pinea, i Cinesi provenienti da Cina, Russia Corea e i Pakistani dal Pakistan, Iran e Afghanistan. Il dubbio è che nelle bustine di pinoli sgusciati siano mescolate diverse tipologie di pinoli con prezzi e qualità diversi”. Comunque queste tre varietà di pinoli si possono facilmente distinguere: i mediterranei si presentano di un colore bianco avorio uniforme, mentre quelli di origine asiatica sono gialli ocra, eventualmente anche con punte scure. Differente è pure il gusto: resinosi quelli mediterranei, retrogusto amaro per i cinesi, zuccherini e molto oleosi i pakistani. Anche il prezzo ne risente. La varietà Pinus Pumilia, proveniente dalla Cina o dal Pakistan, può costare al distributore 13,25 euro al chilo. Più cari i pinoli provenienti dal Pakistan, rilavorati e lavati in Italia al costo di 25,75 euro al kg. Se l’origine è spagnola o italiana il prezzo lievita a oltre 46,50 euro al chilo. Con queste forbici di prezzo il vantaggio di mescolare diverse provenienze può essere notevole. Tutti i prodotti confezionati commercializzati in Italia devono riportare in etichetta l’elenco degli ingredienti in ordine decrescente, pertanto se non sono indicati additivi in etichetta (sigla E seguita da numero) o questi non sono presenti, oppure sono presenti ma non indicati e in quel caso si tratta di una “adulterazione” da dimostrare, comunque, in controlli e analisi.
Istruzioni per cucinare
- 1
Dalle fette di pesce spada dello spessore di 1,5 cm circa, poggiando la fetta sul tagliere, ricavatene fettine sottili, che poi taglierete ulteriormente in lunghezza di circa 2 cm (non è importante la precisione.. serve solo per darvi un'idea). Condite poi con pepe, aglio, rosmarino (io non metto sale), mescolate delicatamente. Pulite anche le seppie (togliendo anche la pelle), tagliatele a spaghetti e conditele con olio, aglio, pepe e gambi di prezzemolo. Fate macerare tutto per almeno 1 ora.
- 2
Tagliate i peperoni a fiammifero (tutta la lunghezza del peperone dopo aver tolto testa e semi). Poi in una padella calda mettete 2 giri d'olio, uno spicchio d'aglio qualche rametto di basilico (o rosmarino) e un pezzo di peperoncino (facoltativo) senza semi.. Aggiungete sale e saltateli a fiamma vivace per 3-4 minuti. Devono solo ammorbidirsi.
- 3
Ora con un pela patate togliete la buccia in lunghezza alle melanzane (o se preferite con buccia). Poi nella parte interna togliete la parte centrale (spugnosa e con semi) e tagliatela a cubetti o come vi riesce meglio. Poi friggete girando continuamente con la schiumarola, facendo attenzione di non bruciare ma solo dorare. Mettete su carta da cucina. Intanto tostate i pinoli.
- 4
Ora nella padella calda, senza aggiunta di grassi, mettete le seppie con il suo condimento. Fate saltare a fiamma vivace non più di 2 minuti (più le fate cuocere e più dure diventano) tenendo un po' di più solo la parte del tronco. Intanto mettete a cuocere i paccheri nel fumetto (se non è abbastanza diluitelo con acqua). Fate solo sobbollire l'acqua, non forte perché rischiate di rompere i paccheri.
- 5
A due, tre minuti da fine cottura trasferiteli in padella e continuate la cottura aggiungendo fumetto poco per volta. A un paio di minuti scarsi da fine cottura aggiungete il pesce spada (senza aglio e rosmarino) e i peperoni. Mescolate delicatamente e continuate la cottura. A fine cottura aggiungete le seppie (senza aglio e gambi di prezzemolo), le melanzane, il prezzemolo tritato, un giro d'olio e saltate o mescolate delicatamente. Non deve rimanere asciutta! aggiungete un po' di fumetto
- 6
Impiattate aggiungendo i pinoli e un filo di olio a crudo.
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Sebbene ci siano pareri discordanti sulle origini della pasta, le prime tracce di un alimento simile all'odierna pasta risalgono al 1000 a.C. Greci ed Etruschi idearono i primi tipi di pasta, con il termine "laganon" che indicava un foglio di pasta piatto tagliato a strisce. Esiste anche una testimonianza scritta che accenna alla pasta, è il "De re coquinaria libri", attribuito ad Apicio. La storia dei paccheri ha preso forma e identità nella cultura culinariadella Campania, una delle regioni più rinomate d'Italia per la sua ricca tavolozza gastronomica. Storicamente considerati la pasta dei poveri, grazie alle loro dimensioni generose e alla forma cilindrica ne bastavano pochi per riempire il piatto, dando l'impressione di aver mangiato a sazietà.Il termine "pacchero" potrebbe derivare dal napoletano "pacco", ovvero "schiaffo", suggerendo il carattere robusto e imponente di questo formato di pasta. Tony Mazzanobile -
Riccioli con triglia e pesto alla trapanese Riccioli con triglia e pesto alla trapanese
Il pesto alla trapanese (pasta cull'agghia in dialetto siciliano) è un primo piatto tipico di Trapani e di tutta la Sicilia occidentale. È un condimento per la pasta che si prepara completamente a crudo e per questo ideale nelle calde giornate dell'estate. Conosciuto anche come "agghiata trapanisa", il pesto alla trapanese ha origini antiche: si narra che furono i marinai genovesi, provenienti dall'Oriente, a far conoscere ai siciliani del porto di Trapani il loro pesto tradizionale, quello tipicamente verde, fatto con basilico, aglio e pinoli. I marinai trapanesi rielaborarono il pesto, cambiarono gli ingredienti e usarono quelli tipici del territorio siculo: nacque quindi il pesto rosso fatto con pomodori freschi, aglio, mandorle e ricotta salata. Da anni sono tante le varianti di questo pesto, si possono sostituire i pomodori freschi con quelli secchi e, in entrambi i modi, può essere un ottimo condimento sulle bruschette, mente la ricotta salata può essere sostituita con il formaggio pecorino grattugiato. Il pesto alla trapanese, che il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani, è un sugo cremoso e molto gustoso che arricchisce la pasta, sopratutto se fresca come le busiate, pasta fatta in casa (sono simili ai maccheroni, preparati attorcigliando la pasta su un ramo di buso, il fusto di una pianta della famiglia delle Graminacee) tipica del trapanese. Tony Mazzanobile -
Spaghetti scanalati con sarde, catalogna e datterini Spaghetti scanalati con sarde, catalogna e datterini
La catalogna. 1) Le sue radici hanno effettivamente proprietà antinfiammatorie. Queste sembra siano dovute soprattutto all’attività dei suoi composti antiossidanti che contrasta quella dei radicali liberi. 2)proprietà diuretiche e blandamente lassative e, grazie alla buona presenza di minerali, è considerata un alimento mineralizzante. Per beneficiare di queste proprietà però va mangiata cruda. 3)Il suo alto contenuto di potassio ed il basso contenuto di sodio, insieme al calcio ed al magnesio, accentuano le proprietà diuretiche della catalogna. Queste si rivelano utili per chi vuole eliminare qualche chilo in eccesso. 4)La sua assunzione apporta benefici al processo digestivo ed allo stesso tempo aiuta a depurare l’organismo, in particolare ha proprietà disintossicanti nei confronti del fegato e della cistifellea. 5)È tradizionalmente usata come trattamento antidolorifico per l’artrite e recenti studi hanno confermato queste sue proprietà antinfiammatorie. 6)Ha proprietà sedative che possono ridurre l’ansia e calmare la mente, portando benefici contro lo stress ed i suoi effetti pericolosi anche sul corpo. 7)Una ricerca condotta in Egitto ha dimostrato che l’assunzione di questa verdura interagisce con il battito cardiaco rallentandolo. Tony Mazzanobile -
Fusilloni con crema di peperoni e speck croccante Fusilloni con crema di peperoni e speck croccante
Il nome origano è composto da due termini di origine greca: “oros”, che significa montagna, e “ganos”, che significa splendore, quindi “splendore della montagna”. Esso infatti nasce in altura nelle zone più rocciose e impervie, rallegrando il paesaggio con il rosa acceso dei suoi fiori.Esiste una famosa leggenda che racconta l’origine di questa pianta.Si narra che presso il re di Cipro, viveva un giovane sensibile e gentile, il cui nome era Amaraco (in spagnolo l’origano ha questo termine).Un giorno costui fu incaricato di portare presso la mensa del re, che intendeva meravigliare i suoi commensali, una preziosa ampolla contenente un unguento di fragrante profumo. Quando Amaraco entrò nella stanza, inciampò malamente e l’ampolla gli cadde di mano andando in mille pezzi. Tanta fu la sua disperazione che morì di crepacuore. Gli dei rimasero commossi da tanta contrizione, e lo trasformarono nella pianta d’origano, attribuendogli la straordinaria fragranza dell’unguento che aveva in qualche modo provocato la sua morte. Tony Mazzanobile -
Gnocchi con filetto di tonno e mini peperoni Gnocchi con filetto di tonno e mini peperoni
La pesca del tonno era praticata già nella preistoria. Già Archestrato di Gela che (IV secolo a. C.) trattava dell’uso del tonno nella cucina dell’epoca. Ne scrivono autori come Omero, Polibio, Strabone, Plinio, Plutarco, Galeno, Aristotele nonché scrittori quali Marziale, Apicio. Per gli Etruschi il tonno simboleggiava, la facoltà di tenersi a galla con le proprie forze nel mare delle avversità della vita. Nella maggior parte dei casi il pesce di cattura non era consumato fresco, a causa del clima caldo del Mediterraneo, ma veniva sottoposto a processi di conservazione (affumicamento o salagione). La pesca del tonno fu descritta per la prima volta da Aristofane, da Oppiano e dal siracusano Teocrito. Aristofane (V secolo a.C.) racconta che una vedetta si appostava sul rilievo più alto per segnalare l’arrivo dei tonni, i quali venivano spinti dalle correnti marine all’interno di un intrigo di reti. Dagli scritti di Strabone (I secolo a.C.) veniamo a conoscenza del fatto che i Fenici, abili pescatori, si spinsero oltre le colonne d’Ercole alla ricerca dei branchi di tonni, che erano poi lavorati a Cadice, luogo in cui sono state trovate monete raffiguranti questo pesce. Ci riferiamo al “tonno rosso” (Tunnus tynus), per molti secoli fonte di cibo e di lavoro, e quindi di reddito, per i pescatori, i costruttori di barche e di reti e per tutti quelli che lavoravano la carne del tonno lungo il bacino di quello che i romani chiamavano “mare nostrum”, da Gibilterra all’Ellesponto. Tony Mazzanobile -
Spaghettini con salsa di pane e porro, datterini confit, cipollotti rossi Spaghettini con salsa di pane e porro, datterini confit, cipollotti rossi
Per anni si è creduto che a portare gli spaghetti in Italia fosse stato l’esploratore Marco Polo, quando nel 1295 fece ritorno dal suo noto viaggio in Cina. Sebbene questo mito fosse errato, in quanto basato su un’errata interpretazione dei suoi scritti, sembra invece accertato che la forma degli spaghetti abbia realmente avuto origine in Oriente, e in particolare nell’Asia Occidentale. Si racconta infatti che nella zona dell’attuale Pakistan lo spaghetto (di riso) altro non era che lo scarto della pasta essiccata che veniva preparata per il sultano. Le prime testimonianze storiche che riguardano la diffusione della pasta essiccata in Italia risalgono al XII-XIII secolo. Nel 14° secolo la pasta, e in particolare un “appetitoso formato che si arrotola”, venne menzionato nel Decamerone di Boccaccio. Oltre a essere un piatto per ricchi, veniva cotta per molto più tempo e soprattutto veniva condita con ingredienti bizzarri dal sapore dolce, salato o piccante, tra cui carne, formaggio fresco, zucchero, erbe, pepe. È, tuttavia, solo nel 1819 che il termine "spaghetti" figura per la prima volta nel Dizionario della lingua italiana, periodo in cui questo piatto divenne un alimento base della cucina popolare e tradizionale di Napoli. Tony Mazzanobile
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