Pasta con peperoni, pomodorini confit e zucchine fritte

Vi siete mai chiesti la pasta asciutta perché si chiama così? Cosa si intende precisamente per pasta asciutta? Perché diciamo pasta asciutta anche di piatti con condimenti anche piuttosto “bagnati” come una pasta al sugo di pomodoro?
La storia della pasta ha radici piuttosto lontane, si parla di piatti composti da sottili schiacciate di farina già dal 100 a.C. con il nome di “làgana”. Dopo queste prime fonti le notizie si perdono per riapparire molti secoli dopo. La pasta un po’ più simile a come la mangiamo noi inizia a diffondersi con il nome di “maccheroni”, inizialmente riferito principalmente alla pasta ripiena. Dal 1600 in poi a partire da Napoli la diffusione dei maccheroni aumentò, e parallelamente aumentarono anche le varianti di preparazione di questo tradizionale piatto. A partire dalla metà del 1800, a Gragnano, iniziò l’industrializzazione del processo di fabbricazione della pasta. Bisogna però attendere il 1900 per vedere il diffondersi dei termini pasta asciutta e spaghetti al posto del precedente maccheroni. La preparazione della pasta asciutta con il metodo tradizionale italiano prevede prima la sua bollitura per immersione in acqua già bollente e salata e successivamente la “scolatura” per separare la pasta dall’acqua.
Proprio questo procedimento da origine e spiegazione al nome pasta asciutta. Da notare che il termine pasta asciutta è riferito al processo che eseguiamo prima di condirla, non è quindi riferito ad un particolare condimento
Pasta con peperoni, pomodorini confit e zucchine fritte
Vi siete mai chiesti la pasta asciutta perché si chiama così? Cosa si intende precisamente per pasta asciutta? Perché diciamo pasta asciutta anche di piatti con condimenti anche piuttosto “bagnati” come una pasta al sugo di pomodoro?
La storia della pasta ha radici piuttosto lontane, si parla di piatti composti da sottili schiacciate di farina già dal 100 a.C. con il nome di “làgana”. Dopo queste prime fonti le notizie si perdono per riapparire molti secoli dopo. La pasta un po’ più simile a come la mangiamo noi inizia a diffondersi con il nome di “maccheroni”, inizialmente riferito principalmente alla pasta ripiena. Dal 1600 in poi a partire da Napoli la diffusione dei maccheroni aumentò, e parallelamente aumentarono anche le varianti di preparazione di questo tradizionale piatto. A partire dalla metà del 1800, a Gragnano, iniziò l’industrializzazione del processo di fabbricazione della pasta. Bisogna però attendere il 1900 per vedere il diffondersi dei termini pasta asciutta e spaghetti al posto del precedente maccheroni. La preparazione della pasta asciutta con il metodo tradizionale italiano prevede prima la sua bollitura per immersione in acqua già bollente e salata e successivamente la “scolatura” per separare la pasta dall’acqua.
Proprio questo procedimento da origine e spiegazione al nome pasta asciutta. Da notare che il termine pasta asciutta è riferito al processo che eseguiamo prima di condirla, non è quindi riferito ad un particolare condimento
Istruzioni per cucinare
- 1
Prepariamo i pomodorini confit: coprite una leccarda da forno con della carta forno. Tagliate i pomodorini nel senso della lunghezza a metà e metteteli sulla placca con la parte tagliata rivolta verso l'alto. Mettete sopra sale, zucchero, e fettine di aglio e basilico spezzettato. infornate a 130° ventilato per circa un'ora abbondante (controllate). Conditeli con olio, peperoncino e mettete da parte.
- 2
Tagliare le zucchine a cubetti e infarinateli leggermente. Poi friggete in abbondante olio di semi e lasciate colare l'olio in eccesso su carta da cucina.
- 3
Pulite e tagliate i peperoni a listarelle. In un tegame caldo mettete un giro d'olio, un cipollotto tagliato a rondelle, un rametto di rosmarino e due filetti alici sott'olio. Fate insaporire e poi unite i peperoni. Fateli saltare un attimo, salate e poi un mestolino di acqua. Fate cuocere 5 minuti coperto, e poi asciugateli a fiamma vivace facendoli saltare. Devono rimanere morbidi ma non sfatti. Poi li tagliate a pezzetti e li lasciate in padella con le olive tagliate a metà.
- 4
Mettete a cuocere la pasta in abbondante acqua salata. A circa 2 minuti da fine cottura trasferitela nella padella calda dove ci sono i peperoni. fate insaporire saltando un paio di volte e poi continuate la cottura aggiungendo acqua di cottura poco per volta. Quando è quasi pronta aggiungete i pomodorini con parecchio basilico spezzettato. A cottura ultimata, spegnete il fuoco, aggiungete le zucchine, un giro d'olio e padellate.
- 5
Impiattate grattugiando sopra la ricotta salata. Buon Appetito!
Cooksnap
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Sembra che le proprietà dell’aglio siano state riconosciute già dall’egiziano Ermete Trismegisto, considerato il padre di tutte le scienze e autore della Tavola Smeraldina. I Faraoni lo facevano somministrare abbondantemente agli operai addetti alla costruzione delle Piramidi per preservarli da malattie e infezioni intestinali, ma anche per dare loro maggiore resistenza fisica. Alimento base per gli Ebrei, ai quali era proibito il consumo prima di mezzogiorno, i testi biblici riferiscono che rappresentò una delle privazioni più sentite dal popolo eletto durante la traversata del deserto. Nel tempo la coltivazione dell’aglio si estese dall’area egiziana a tutto il bacino del Mediterraneo. I Greci lo utilizzavano sia a fini terapeutici che alimentari, arrivando ad aromatizzarci il pane. Era puntualmente mangiato dai soldati poco prima che infuriasse la battaglia e questo strano utilizzo può essere spiegato dalla diffusa credenza che vedeva nell'aglio un "concentrato "di potenza ed energia che aveva l'effetto di riscaldare gli animi eccitandone i sensi. Alessandro Magno dedicò la pianta agli dei della guerra. Aristofane (IV sec. a.C.) scrive: "Ora ingoiate questi spicchi d'aglio. Imbottiti d'aglio troverete maggiore ardore nel combattere". I Romani, per i quali la pianta era sacra a Cerere (dea della fertilità), ne mangiavano grandi quantità durante i banchetti, e Plinio lo raccomandava come stimolante sessuale “… pestato insieme a coriandolo fresco e preso nel vino puro”. Tony Mazzanobile -
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Prima dell’avvento del pomodoro, il più comune condimento della pasta era costituito dal solo formaggio, cui successivamente vennero aggiunti il pepe e l’uovo (Meridione d’Italia); in molte aree si scoprì la bontà del matrimonio fra la pasta, l’aglio e l’olio (agliata); invece in Sicilia si preferirono le sarde, assieme a finocchietto, pinoli, uvetta e zafferrano (sapori d’origine araba); mentre a Genova si sarebbe diffuso l’uso del “pesto”.Ripercorrendone l’evoluzione bisogna però precisare che le ricette sono ricavate da trattati di gastronomia riferiti alla cucina delle classi più abbienti.Mastro Martino propone diverse ricette, dai “Maccheroni romaneschi” ai “Maccheroni chi fir (col ferro). Si tratta di pasta preparate con acqua e farina, cotta a lungo nell’acqua bollente (anche due ore), e infine condita generalmente con burro, cacio e spezie dolci. Da ricordare che le regole imposte dalla chiesa per i giorni di magro imponevano che la pasta non fosse cotta in grassi animali (brodo), ma per esempio nel latte di mandorle zuccherate.Nel Rinascimento il Messisbugo ripropone i “Maccheroni romaneschi” arricchiti però con uova intere, mollica di pane e zucchero, suggerendo: “Li cuocerai in brodo grasso bogliente, et li imbandirai sopra capponi, anatra o altro, con zucchero e cannella, dentro e sopra”. Tony Mazzanobile
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