Quinoa allo zafferano

I mini peperoni sono di piccole dimensioni, hanno una media di sette centimetri di lunghezza e hanno una forma allungata e uniforme che si assottiglia leggermente verso l'estremità senza gambo. I peperoni variano di colore dal giallo, rosso, arancione e sono croccanti con un sapore delicato che è più dolce dei peperoni di dimensioni normali. I mini peperoni sono coltivati negli stati costieri occidentali del Messico, nella Bassa California e in Florida. Oggi sono coltivati in tutto il bacino mediterraneo.
Quinoa allo zafferano
I mini peperoni sono di piccole dimensioni, hanno una media di sette centimetri di lunghezza e hanno una forma allungata e uniforme che si assottiglia leggermente verso l'estremità senza gambo. I peperoni variano di colore dal giallo, rosso, arancione e sono croccanti con un sapore delicato che è più dolce dei peperoni di dimensioni normali. I mini peperoni sono coltivati negli stati costieri occidentali del Messico, nella Bassa California e in Florida. Oggi sono coltivati in tutto il bacino mediterraneo.
Istruzioni per cucinare
- 1
Pulite e tagliate a fiammifero i peperoni. In una padella calda mettete un giro d'olio, l'aglio e un rametto di rosmarino. Fate insaporire poi unite i peperoni. Salate, pepate e cuocete a fiamma vivace per pochi minuti finchè non si saranno ammorbiditi.
- 2
In un bicchiere graduato mettete la quinoa che avete deciso di usare, guardate a che livello arriva, togliete la quinoa e mettete al suo posto l'acqua che dovrà essere esattamente il doppio della misura della quinoa (in poche parole, come il riso sushi, si misura il volume e non il peso).
- 3
Risciacquate delicatamente la quinoa un paio di volte come si fa con il riso per sushi, e poi mettete in una casseruola due giri d'olio, la quinoa e a fuoco basso tostate per 1 minuto la quinoa. Poi unite l'acqua e il sale. Girate un paio di volte e poi quando comincia a scaldare, unite lo zafferano. Cuocete a fuoco basso finchè non assorbirà tutta l'acqua (10/15 min.). A questo punto mettete il coperchio e fate riposare per 10 min. circa.
- 4
Togliete delicatamente la quinoa dalla pentola e mettetela in un contenitore di vetro ampio. Versate sopra un paio di cucchiai di olio e sgranate con una forchetta. Poi lasciate raffreddare. Intanto preparate tutti gli ingredienti da utilizzare per il condimento.
- 5
In un barattolo di vetro ermetico, mettete il succo del limone, olio, un pizzico di sale, qualche fogliolina di menta e qualche fogliolina di basilico spezzettate. Chiudete ermeticamente e shakerate finchè non si amalgamano bene gli ingredienti. Adesso unite alla quinoa i peperoni, le noci spezzettate, i pinoli tostati, i ceci, le olive, del basilico spezzettato. Condite il tutto con la citronette, e infine una grattugiata di buccia di limone.
- 6
Consigli:
Condite sempre al momento di servire in tavola. Mai condire la quinoa prima e metterla in frigo. Potete invece cucinare la quinoa anche il giorno prima, farla raffreddare e metterla in un barattolo di vetro in frigo (dura fino a tre giorni).
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I mini peperoni biologici hanno una media di sette centimetri di lunghezza e hanno una forma allungata e uniforme che si assottiglia leggermente verso l'estremità senza gambo. I peperoni piccoli variano di colore dal giallo, rosso, arancione e la pelle è liscia, sottile, lucida e soda. La polpa si abbina anche al colore della pelle esterna ed è fresca e succosa. All'interno, c'è una cavità vuota con poco o nessun seme e alcuni lobi interni. I mini peperoni sono croccanti con un sapore delicato che è più dolce dei peperoni di dimensioni normali.I mini peperoni sono coltivati negli stati costieri occidentali del Messico, nella Bassa California e in Florida. Oggi sono coltivati in tutto il bacino mediterraneo e possono essere trovati nei mercati degli agricoltori e negozi alimentari on line. In passato il peperone veniva utilizzato da Leonardo Da Vinci essiccato e pestato per le tinte dei suoiaffreschi. Tony Mazzanobile -
Quinoa allo zafferano con mazzancolle allo zenzero Quinoa allo zafferano con mazzancolle allo zenzero
Le mazzancolle, anche conosciute come gamberi imperiali (per la loro elevata qualità), si riconoscono per il colore del carapace, totalmente differente dal resto dei crostacei. La colorazione tendente al grigio, con sfumature dal rosa al marrone, e le striature più scure e decise (a effetto "tigrato") le contraddistinguono. Anche le dimensioni sono maggiori rispetto a quelle di un gambero tradizionale (possono arrivare addirittura a 20 centimetri di lunghezza) e la coda è tipicamente a ventaglio. Questa varietà è caratteristica del mar Mediterraneo e in particolare dell’Adriatico, quindi si tratta di un prodotto principalmente nostrano.I tradizionali gamberi hanno, invece, una colorazione tendente all’arancio con sfumature che vanno dal rosa al rosso intenso. Una pigmentazione che normalmente schiarisce durante la fase di cottura. Il carapace, cioè il guscio esterno, è più fine e la coda a pinna. L’area di provenienza di questa varietà è generalmente estera, oceano Indiano oppure Pacifico (sempre segnalato dal rivenditore), ma si trovano e si pescano gamberi anche nel mar Mediterraneo. Tony Mazzanobile -
Cous cous con straccetti di pollo e mini peperoni Cous cous con straccetti di pollo e mini peperoni
I mini peperoni rossi sono piccoli, hanno in media 4-5 centimetri di diametro e 5-7 centimetri di lunghezza, e hanno una forma tozza, appiattita e globosa. La buccia liscia e soda è verde da giovane e si trasforma in rosso vivo quando matura, separandosi. La polpa rossa è spessa, croccante e succosa e rivestita da una membrana bianca spugnosa. I mini peperoni rossi hanno una cavità vuota piena di molti semi piccoli, piatti e commestibili. I mini peperoni rossi sono croccanti dal sapore dolce. Tony Mazzanobile -
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Olio di oliva. Da sempre l'olivo è stato ritenuto un albero sacro e l'olio estratto veniva utilizzato non solo come alimento ma anche a scopo religioso: gli Egizi lo consideravano un dono degli dei, i Fenici che erano grandi navigatori lo diffusero un po' in tutto il bacino del mediterraneo, definendolo "oro verde", i Greci e i Romani lo usavano ...anche per scopi medicamentosi. Una storia e una tradizione che va dall'età Minoica fino ai giorni nostri, passando per i racconti della Bibbia, gli usi medicamentosi che ne facevano i Greci e i Romani e la venerazione degli Egizi che lo consideravano un dono degli Dei. Di recente sono stati rinvenuti in Medio Oriente resti di frantoi risalenti al 2500 a.c. Con la caduta dell’ Impero Romano e l’arrivo delle popolazioni barbariche, l’agricoltura e l’olivicoltura in particolare subì gravi danni e quasi scomparve tanto che l'olio divenne una merce rara e preziosa, e soltanto successivamente grazie ai monasteri l’olivo ricomincia ad essere coltivato in grandi estensioni facendo si che anche la commercializzazione riprendesse quota. Tony Mazzanobile -
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Nero e rugoso, tanto da ricordare l'uva passa scura: parliamo del cece nero della Murgia, uno dei prodotti pugliesi più preziosi a causa della scarsa quantità. In tantissime culture contadine del Paese i legumi hanno rappresentato a lungo un prodotto centrale della dieta quotidiana, consumati spesso sotto forma di farina: i ceci non sfuggono a questa tradizione, prova ne sia il successo di una ricetta come la farinata. Come prodotto è rimasto legato al Centro e al Sud Italia e sebbene i ceci siano diffusissimi in altre culture gastronomiche – è la terza leguminosa per produzione mondiale, dopo la soia e il fagiolo – non possiamo dire lo stesso per l'Italia. Tuttavia, il vanto nostrano è quello di avere spesso tipologie di altissima qualità organolettica. È il caso del cece pugliese che cresce nell'altopiano carsico della Murgia, nella zona sud est di Bari. Tony Mazzanobile -
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Carmagnola è una delle capitali italiane del peperone, declinato in quattro diverse tipologie: il Quadrato (quasi un cubo con quattro punte), il Corno o Lungo (un cono molto allungato), il Trottola (a forma di cuore), il Tomaticot (ibrido tondeggiante schiacciato ai poli come un pomodoro).Il Presidio Slow Food è legato al Lungo, nel Carmagnolese chiamato Corno di Bue, peperone dai colori splendidi (giallo intenso o rosso vivace) e forma conica molto allungata (oltre i 20 centimetri) con tre o quattro lobi.Si coltiva su terreni pianeggianti, limosi e sabbiosi. La semina avviene dall’ultima decade di dicembre all’inizio di aprile; i trapianti sotto tunnel cominciano all’inizio di febbraio, mentre per il pieno campo occorre aspettare fino a maggio. La concimazione è prevalentemente organica (letame bovino). La raccolta, scalare, è effettuata manualmente – con sacco a spalla – a partire dalla fine di luglio.Il peperone Corno di Carmagnola ha sapore dolce, polpa spessa, consistente e carnosa, che migliora con la conservazione. Per gustarlo al meglio gli esperti consigliano di gustarlo crudo, immerso in un buon extravergine, o con la bagna cauda, ma anche arrostito in forno o scottato alla fiamma, anche perché la pelle si asporta facilmente. Senza infrangere la regola della stagionalità dei prodotti, lo si può consumare sott’aceto, sott’olio o in agrodolce. Tony Mazzanobile -
Paccheri con peperoni e crema di ricotta allo zafferano Paccheri con peperoni e crema di ricotta allo zafferano
Un’altra ricetta super golosa per mettere il sorriso al rientro da scuola…Mio figlio adora i peperoni e, se li abbino alla pasta (la sua più grande passione), so di renderlo felice.È un primo fresco e leggero, cremoso e aromatico.Utilizzo sempre il mio tocco per rendere i peperoni estremamente digeribili.#backtoschool Elodia -
Fileja con mini peperoni, crema di piselli e ricotta salata Fileja con mini peperoni, crema di piselli e ricotta salata
#calendarioottobreI fileja sono una pasta fatta in casa, di origine antica, tipica della tradizione calabrese, in particolare della provincia di Vibo Valentia. Si tratta di un piatto povero i cui ingredienti sono essenzialmente tre: farina, sale e acqua. Di colore giallo chiaro e dalla forma caratteristica a “vite allungata“, vengono generalmente realizzati con semola di grano duro e acqua. La caratteristica di questo tipo di pasta è la filatura, fatta da mani svelte ed esperte, in genere attorcigliando l’impasto attorno a una bacchetta (“danacu”), ottenuta dal fusto di una pianta selvatica detta “gutamara”. Rispetto a ciò, esiste una variante di questo piatto, “i fileja masculi” che si distinguono per non essere “filati”. Questo perché, a volte, la massaia non aveva tempo per la preparazione tradizionale. Tony Mazzanobile -
Tagliatelle con crema di piselli e basilico, peperoni e cipolla fritta Tagliatelle con crema di piselli e basilico, peperoni e cipolla fritta
I piselli per migliaia di anni non sono stati mangiati freschi ma essiccati dopo la raccolta grazie alla loro ottima capacità di conservazione.Simbolo di fortuna e prosperità, in passato i fiori bianchi e gialli di questa leguminosa venivano intrecciati in ghirlande bene auguranti per le spose, mentre le sfere verdi del baccello erano una delle principali fonti di nutrimento.Sono fra i legumi coltivati e consumati da più tempo dall’uomo. In Asia Minore pare si conoscessero fin dal seimila a.C., ma erano certamente alimento di Greci, Etruschi e Romani.Ci sono dame che dopo avere cenato col re, e bene, si fanno preparare a casa dei piselli per mangiarli prima di andare a dormire, a rischio di indigestione. È una moda, un furore».Questa lettera di Madame de Maintenon, datata 10 maggio 1696, racconta la passione per i verdi legumi che furoreggiava a fine Seicento in Francia, alla corte di Luigi XIV. «È stupefacente», scriveva l'anno prima un biografo di Colbert, «vedere personaggi così dediti al piacere da acquistare i piselli verdi per somme enormi». Tony Mazzanobile -
Straccetti di pollo con ceci neri della Murgia, mela verde Granny Smith Straccetti di pollo con ceci neri della Murgia, mela verde Granny Smith
#cucinapovera.I ceci neri sono una tipologia di legumi parzialmente sconosciuta nel nostro paese. Infatti, la difficoltà nel coltivarli e nel cucinarli aveva costretto i già pochi agricoltori ad abbandonare questa coltura in favore dei più redditizi ceci bianchi che tutti conosciamo o altri tipi di legumi, mettendo così a rischio di estinzione il cece nero.Ultimamente, invece, la tendenza a riscoprire alimenti antichi e più genuini ha fatto si che si riscoprisse questo particolare e gustoso legume dalle origini antichissime.Le prime tracce dei ceci neri risalirebbero secondo alcuni, infatti, ai tempi dell’età del bronzo, quindi migliaia di anni fa. In effetti, la coltivazione dei ceci era già molto diffusa presso gli Egizi, poi anche tra i Greci e i Romani benché questi ultimi li usassero consumare fritti. Tony Mazzanobile -
Cous cous con crema di ceci allo zafferano Cous cous con crema di ceci allo zafferano
Dopo gli eccessi delle feste ecco un piatto semplice ma nutriente, che vi aiuterà a ritrovare un po' di equilibrio.#ceci#calendarionovembre#vegan#LiuCookpad Liuba
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