Linguine con salsa di tonno e cipolla fritta

Il nome origano è composto da due termini di origine greca: “oros”, che significa montagna, e “ganos”, che significa splendore, quindi “splendore della montagna”. Esso infatti nasce in altura nelle zone più rocciose e impervie, rallegrando il paesaggio con il rosa acceso dei suoi fiori.
Esiste una famosa leggenda che racconta l’origine di questa pianta.
Si narra che presso il re di Cipro, viveva un giovane sensibile e gentile, il cui nome era Amaraco (in spagnolo l’origano ha questo termine).
Un giorno costui fu incaricato di portare presso la mensa del re, che intendeva meravigliare i suoi commensali, una preziosa ampolla contenente un unguento di fragrante profumo. Quando Amaraco entrò nella stanza, inciampò malamente e l’ampolla gli cadde di mano andando in mille pezzi. Tanta fu la sua disperazione che morì di crepacuore. Gli dei rimasero commossi da tanta contrizione, e lo trasformarono nella pianta d’origano, attribuendogli la straordinaria fragranza dell’unguento che aveva in qualche modo provocato la sua morte.
Linguine con salsa di tonno e cipolla fritta
Il nome origano è composto da due termini di origine greca: “oros”, che significa montagna, e “ganos”, che significa splendore, quindi “splendore della montagna”. Esso infatti nasce in altura nelle zone più rocciose e impervie, rallegrando il paesaggio con il rosa acceso dei suoi fiori.
Esiste una famosa leggenda che racconta l’origine di questa pianta.
Si narra che presso il re di Cipro, viveva un giovane sensibile e gentile, il cui nome era Amaraco (in spagnolo l’origano ha questo termine).
Un giorno costui fu incaricato di portare presso la mensa del re, che intendeva meravigliare i suoi commensali, una preziosa ampolla contenente un unguento di fragrante profumo. Quando Amaraco entrò nella stanza, inciampò malamente e l’ampolla gli cadde di mano andando in mille pezzi. Tanta fu la sua disperazione che morì di crepacuore. Gli dei rimasero commossi da tanta contrizione, e lo trasformarono nella pianta d’origano, attribuendogli la straordinaria fragranza dell’unguento che aveva in qualche modo provocato la sua morte.
Istruzioni per cucinare
- 1
In un tegame caldo mettete un giro d'olio, la cipolla e la patata tagliate a fettine sottili e un rametto di rosmarino. Insaporite e poi unite una tazza di acqua calda, salate e cuocete finché la patata e la cipolla non sono morbide. Unite il tonno sbriciolato solo per insaporirlo. Togliete il rosmarino e poi frullate il tutto con un po' di pepe e olio a filo. Deve risultare liscia, omogenea e molto fluida.
- 2
Tagliate le due cipolle a fettine sottili. Distendetele in un panno e asciugatele bene. Distribuite sopra della farina setacciata e poi infarinate scrollando la farina in eccesso. Friggete in olio di semi sempre girandole, un attimo per dorarle. Attenzione a non bruciarle (diventano amare). Devono rimanere croccanti e dorate. Fate assorbire l'olio in eccesso su carta da cucina. Quando si raffreddano salatele.
- 3
Mettete a cuocere le linguine in abbondante acqua salata. Intanto in una padella, dove padellerete la pasta, mettete due giri d'olio, uno spicchio d'aglio, un rametto di rosmarino e un peperoncino privo di semi. Fate insaporire bene l'olio (senza bruciare l'aglio), poi togliete l'aglio e il rosmarino.
- 4
A tre minuti da fine cottura delle linguine, trasferitele nella padella calda con il peperoncino. Insaporite e continuate la cottura aggiungendo acqua di cottura poco per volta. A un minuto da fine cottura aggiungete parte della salsa di tonno. A fine cottura aggiungete delle foglioline di origano fresco, un giro d'olio a crudo e padellate (la salsa deve rimanere molto fluida).
- 5
Impiattate facendo colare sopra ancora un po' di salsa, mettendo un po' di cipolla fritta e qualche goccia di olio a crudo.
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Il nome dell’origano deriva dal greco oros (monte) e ganos (splendore, bellezza vistosa), che significa “monte splendido” e molto probabilmente si riferisce al fatto che i suoi fiori, ricoprendo i pendii dove cresceva, donavano all’ambiente un aspetto di grande bellezza.Nella mitologia si narra che la nascita di questa pianta avvenne in seguito ad una sventura capitata ad un giovane di nome Amaraco, incaricato di portare alla mensa del re di Cipro un’ampolla preziosissima contente un unguento dal profumo impareggiabile. Giunto al cospetto del sovrano, il ragazzo emozionato fece cadere l’ampolla spargendone così il contenuto e, pensando di aver dato un grande dispiacere al re, morì di crepacuore. Gli dei, mossi a compassione per questo giovane così sensibile e fedele, lo trasformarono in una pianta dotata di un aroma straordinario: l’origano Tony Mazzanobile -
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Sicuramente appetitosa e dal gusto accattivante.Consiglio: se non amate il gusto preponderante della cipolla potete, prima di friggerla, tenerla a bagno nel latte per circa 20 minuti, poi strizzarla e asciugarla bene, e infine infarinarla leggermente avendo cura di togliere la farina in eccesso. Tony Mazzanobile -
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Originaria dell'Asia, la mandorla cresceva già nell'età della pietra e presumibilmente venne coltivata a partire dall'età del bronzo, diventando il primo frutto lavorato dell'antichità. Per migliaia di anni questo frutto è stato considerato simbolo di speranza, rinascita e fortuna. Questa pianta è quella che fiorisce per prima, e una leggenda greca ne svelerebbe il perché.“Demofonte e Fillide stavano per unirsi in matrimonio, quando il futuro sposo, per l’improvvisa morte del padre, fu costretto a tornare ad Atene. Demofonte, partito promettendo di tornare entra breve tempo, ritardò così tanto, che Fillide per nostalgia d’amore s’impiccò. Sulla sua tomba, come simbolo di dolore, nacque un albero di mandorlo dalle foglie inaridite. Tre mesi dopo, Demofonte ritornò e, scoperta la tragedia, andò a versare lacrime disperate sull’albero spoglio del sepolcro della sua cara.Fu allora che gli dei, colpiti da tanta prostrazione, gli lanciarono un segno dell’amore di Fillide, facendo ammantare il mandorlo, prematuramente rispetto alle altre piante, di una chioma verde ricolma di splendidi fiori. Tony Mazzanobile -
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Le virtù del rosmarino erano già note agli Egizi in quanto si sono rinvenuti rametti di rosmarino nei sarcofagi come riporta Prospero Alpino, medico rinascimentale, nel suo trattato sulle piante d’Egitto. Anche la mitologia si è occupata del rosmarino. Nelle ‘Metamorfosi di Ovidio’ si narra di un amore tra Leucotoe figlia del re di Persia e Apollo dio del sole. Il padre di lei Laocoonte, scoperta la tresca non potendo prendersela con un dio, uccise la figlia che i raggi del sole trasformarono in un arbusto odoroso simbolo d’immortalità. Qualche secolo dopo un editto di Carlo Magno dell’anno 812 obbligava i contadini a coltivare negli orti una pianta di rosmarino il cui profumo si pensava contenesse l’anima della terra. Al suo aroma penetrante sono stati riconosciuti anche poteri taumaturgici. Famosa è la leggenda del 16° secolo in cui si narra che un eremita diede a Isabella regina d’Ungheria, la formula di un distillato di rosmarino per curare i suoi numerosi malanni. I risultati ci furono perché il preparato si diffuse in tutta Europa come “acqua d’Ungheria”. Del rosmarino si sono occupati da secolo medici e erboristi, da Dioscoride nel suo trattato “De ars medica” a autori di famosi erbari quali il Mattioli e Castore Durante per citare i più noti e tutti in accordo su indicazioni terapeutiche riguardanti l’apparato digerente. Attualmente l’olio essenziale ricavato dalla distillazione delle cime fiorite e delle foglie è utilizzato dall’industria profumiera. Tony Mazzanobile -
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Il suo nome deriverebbe dal greco “basileus” significante “erba da re”, perché considerata per il profumo tra le più importanti dell’antichità.Columella (I sec. d.C.) ne parla più volte come di una pianta da seminare in abbondanza "dopo le idi di maggio fino al solstizio d’estate".Originaria dell'Oriente, presso i Romani era ritenuta magica e sacra a Venere, come molte altre erba fragranti, da raccogliere seguendo precisi rituali. Anche se c’era qualcuno che gli attribuiva poteri malefici, chi la doveva tagliare indossava abiti candidi e si purificava la mano destra con un ramo di quercia bagnato d’acqua di tre fonti diverse. Alcuni autori affermavano che non dovesse essere recisa con strumenti di ferro perché il metallo avrebbe annullato ogni sua qualità.Plinio era convinto che i semi del basilico, e non le foglie, fossero potenti afrodisiaci, proprietà attribuitagli anche dai contadini contemporanei che la somministravano ad asini e cavalli nel periodo della monta.Al basilico sono ricollegate diverse leggende. Una fa riferimento all’Imperatrice Elena, madre di Costantino (IV sec. d.C.), che trovato la pianta sul luogo della crocifissione di Cristo, l’avrebbe poi diffusa per tutto l’impero.Nel Medioevo il basilico era utilizzato anche per cacciare i diavoli dagli invasati, e si riteneva che facesse miracoli in caso di pestilenza e di debolezza fisica dell’uomo.Il basilico è una pianta ricca di proprietà, oltre a quelle aromatiche, è antiinfiammatorio e prezioso alleato Tony Mazzanobile -
Riccioli con salsa di datterini, peperoni e finocchio bruciato Riccioli con salsa di datterini, peperoni e finocchio bruciato
Il finocchio non è solo un ortaggio. È un mito. Senza di lui non avremmo la civiltà. Fu infatti proprio grazie a una pianta di finocchio che Prometeo riuscì a rubare il fuoco al suo divino cugino Zeus mettendo a segno il più grande furto di tutti i tempi. Il re degli dèi fu beffato dall'astuto parente che, arrampicatosi sull'Olimpo, nascose una scintilla della sacra fiamma nella cavità di un gambo di finocchio selvatico e ne fece dono agli uomini. Un'autentica stangata che mandò Zeus su tutte le furie, ma in compenso fece di Prometeo il padre fondatore della gastronomia. Da quel giorno la condizione umana è cambiata. Passando di colpo dal crudo al cotto. Per i nostri progenitori mediterranei, tuttavia, il Foeniculum non era quello che è per noi. Né un'insalata croccante, né un fritto stuzzicante e tanto meno un appetitoso gratin. Ma un condimento, e anche una medicina. Le sue doti rinfrescanti, carminative, rigeneranti ne fecero ben presto un simbolo di vigore, guerriero e sessuale. Al nome del finocchio è legata addirittura la memoria eroica di Maratona, la madre di tutte le battaglie. Marathon, in greco, significa appunto «piana dei finocchi». Forse anche per questo i gladiatori si rimpinzavano di semi di finocchietto selvatico prima di scendere nell'arena con la speranza di infinocchiare per bene gli avversari. Tony Mazzanobile -
Linguine rigate con salsa di arance e zenzero, e calamari Linguine rigate con salsa di arance e zenzero, e calamari
La storia delle erbe agline di cui fa parte l’erba cipollina, è molto antica: i cinesi le conoscevano e le usavano già più di 3000 anni fa. I popoli occidentali non erano da meno. La coltivazione dell’erba cipollina (Allium Shoenoprasum ) inizia solo nel medioevo quando si è capito che la sua resistenza ai rigori dell’inverno è superiore a quella della comune cipolla. La moderna fitoterapia le riconosce tutti i benefici della cipolla comune, ma molto più digeribile di quest’ultima. La pianta contiene l’allicina, sostanza responsabile del suo caratteristico odore. Recenti studi hanno confermato le sue proprietà antitumorali, pare che agisca anche nell’abbassare il colesterolo nel sangue. L’erba cipollina è ricca di sali minerali (zolfo, calcio, fosforo, ferro, potassio) vitamine ( gruppo B, PP, A, C) carboidrati, fibre, proteine, grassi. Ha proprietà digestive, diuretiche, cicatrizzanti, antisettiche, mucolitiche. Può essere d’aiuto mangiare erba cipollina quando si ha mal di stomaco, gonfiori intestinali e malattie da raffreddamento. Ha infatti un’azione disinfettante e favorisce il decongestionamento delle prima vie aeree. L’erba cipollina ha infine proprietà ipotensive ( fa abbassare la pressione) ed è quindi indicata a chi soffre di problemi cardiaci e di ipertensione. Per questione di spazio non posso elencare le innumerevoli proprietà curative di questa preziosa erba. Tony Mazzanobile -
Strozzapreti con salsa di alici, zucchine e buccia di zucchine fritta Strozzapreti con salsa di alici, zucchine e buccia di zucchine fritta
Sembra che le proprietà dell’aglio siano state riconosciute già dall’egiziano Ermete Trismegisto, considerato il padre di tutte le scienze e autore della Tavola Smeraldina. I Faraoni lo facevano somministrare abbondantemente agli operai addetti alla costruzione delle Piramidi per preservarli da malattie e infezioni intestinali, ma anche per dare loro maggiore resistenza fisica. Alimento base per gli Ebrei, ai quali era proibito il consumo prima di mezzogiorno, i testi biblici riferiscono che rappresentò una delle privazioni più sentite dal popolo eletto durante la traversata del deserto. Nel tempo la coltivazione dell’aglio si estese dall’area egiziana a tutto il bacino del Mediterraneo. I Greci lo utilizzavano sia a fini terapeutici che alimentari, arrivando ad aromatizzarci il pane. Era puntualmente mangiato dai soldati poco prima che infuriasse la battaglia e questo strano utilizzo può essere spiegato dalla diffusa credenza che vedeva nell'aglio un "concentrato "di potenza ed energia che aveva l'effetto di riscaldare gli animi eccitandone i sensi. Alessandro Magno dedicò la pianta agli dei della guerra. Aristofane (IV sec. a.C.) scrive: "Ora ingoiate questi spicchi d'aglio. Imbottiti d'aglio troverete maggiore ardore nel combattere". I Romani, per i quali la pianta era sacra a Cerere (dea della fertilità), ne mangiavano grandi quantità durante i banchetti, e Plinio lo raccomandava come stimolante sessuale “… pestato insieme a coriandolo fresco e preso nel vino puro”. Tony Mazzanobile -
Strozzapreti con cavolfiore e salsa di alici Strozzapreti con cavolfiore e salsa di alici
Forse l’origine del nome “strozzapreti” può ritrovarsi nel verbo greco “straggalào”, “arrotolare”, e in “preto”, che significa “incavare”. Di fatto, è arrotolando e schiacciando l’impasto che si preparano gli strozzapreti, quindi il nome potrebbe essere un’evoluzione di “strangulapriévete”. Già nel 1500, comunque, un manoscritto di cucina cita il termine moderno “strozzapreti”. Se filologicamente il mistero si risolve in fretta, le leggende dietro all’origine del nome non si contano. In Romagna, tutte le storie hanno – ovviamente – a che fare coi preti. Nel passato, il territorio era dominato dallo Stato Pontificio, e i preti erano soliti imporre tasse e dazi molto rigidi. Si racconta che i sacerdoti riscuotessero il dovuto in uova anziché in denaro, e che le azdore rimaste senza dovessero arrangiarsi con acqua e farina. Mentre impastavano, le povere donne auguravano ai preti di strozzarsi con le uova riscosse. Un’altra versione della leggenda vuole che, di domenica, quando i preti si fermavano sovente in questa o quella abitazione, le donne servissero loro questo piatto così buono da farli abbuffare fin quasi al soffocamento. Un’altra ancora, infine, racconta che il gesto secco con cui si prepara la pasta esprime la stessa rabbia con cui le azdore avrebbero voluto strozzare i preti. Insomma, i sacerdoti, in queste storie, sono sempre il nemico. Tony Mazzanobile -
Linguine rigate con pesce spada, datterini gialli, melanzane e buccia di melanzane fritta Linguine rigate con pesce spada, datterini gialli, melanzane e buccia di melanzane fritta
LA FEDELTA' DEL MASCHIO (PESCE SPADA) VERSO LA FEMMINA.Già la mitologia greca si era interessata al pesce spada, pesce che popola da millenni le acque dello stretto di Messina, facendolo derivare dalla trasformazione dei bellicosi Mirmidoni, guerrieri della Tessaglia, che accompagnarono Achille nella guerra di Troia e che con lui vollero condividerne il destino di morte, ottenendo dalla madre di questi, la nereide Teti, divinità delle Acque marine, di essere trasformati in pesci per l'eternità subito dopo la fine dell'eroe che tanto amavano. Numerose sono le leggende che hanno per protagonista il pesce spada. Una strana e particolarissima abitudine sembra sia quella, testimoniata dagli stessi pescatori, che leghi in maniera indissolubile il destino del pesce spada maschio a quello della sua compagna. Una volta arpionata quest'ultima, infatti, il maschio non l'abbandona e continua a nuotarle vicino come per accompagnarla in questo suo tragico destino e sino a condividerne la disperata sorte, finendo anche lui arpionato dai ferri dei pronti lanciatori che ben conoscono questa sua appassionata fedeltà e che naturalmente sfruttano nelle loro strategie di pesca. Tony Mazzanobile
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