Tagliatelle con ragù di salamelle, pioppini e noci

Le regioni italiane offrono tutte la loro salsiccia, più o meno tipica, più o meno speziata ed insaporita con altri aromi, ma un’unica salsiccia in tutto lo Stivale è assurta al rango di Prodotto Agroalimentare Tradizionale: si tratta della salamella mantovana.
Prodotto di antichissime tradizioni di cui si ha notizia già leggendo le lettere di Isabella d’Este datate inizio XVI secolo, è da allora rimasto senza ombra di dubbio uno dei cardini della gastronomia estense: sempre buono grigliato, semplicemente ma anche preparato in ricette celebri in tutta Italia come il risotto alla pilota (con o senza puntel).
Gran numero di porcilaie distribuite sul territorio mantovano e soprattutto una tradizione norcina che ha portato a vedere utilizzati per la salamella non le rifilature di tagli nobili o gli scarti della lavorazione di altri insaccati, bensì tagli di primissima scelta, a tutto vantaggio della qualità e bontà del prodotto così ottenuto.
Tagliatelle con ragù di salamelle, pioppini e noci
Le regioni italiane offrono tutte la loro salsiccia, più o meno tipica, più o meno speziata ed insaporita con altri aromi, ma un’unica salsiccia in tutto lo Stivale è assurta al rango di Prodotto Agroalimentare Tradizionale: si tratta della salamella mantovana.
Prodotto di antichissime tradizioni di cui si ha notizia già leggendo le lettere di Isabella d’Este datate inizio XVI secolo, è da allora rimasto senza ombra di dubbio uno dei cardini della gastronomia estense: sempre buono grigliato, semplicemente ma anche preparato in ricette celebri in tutta Italia come il risotto alla pilota (con o senza puntel).
Gran numero di porcilaie distribuite sul territorio mantovano e soprattutto una tradizione norcina che ha portato a vedere utilizzati per la salamella non le rifilature di tagli nobili o gli scarti della lavorazione di altri insaccati, bensì tagli di primissima scelta, a tutto vantaggio della qualità e bontà del prodotto così ottenuto.
Istruzioni per cucinare
- 1
In una padella calda mettere un giro d'olio, poi la cipolla e la carota tritata non troppo piccola (a me piace che poi si veda a fine cottura). Fate appassire leggermente, poi unite le salamelle spezzettandole in padella e un rametto di rosmarino. Fate cuocere a fuoco vivace, girando continuamente, finché tutta la carne ha preso colore. Sfumate con il vino, fate evaporare l'alcol e abbassate la fiamma facendo cuocere per circa 20 min. Aggiustate di sale e pepe.
- 2
Intanto cucinate i funghi. In una padella calda mettete un giro d'olio, uno spicchio d'aglio e un rametto di rosmarino. Fate insaporire un po' e poi unite i funghi pioppini lavati sotto acqua corrente (non stagnante). Salate, aggiungete pepe. Saltate a fiamma vivace per qualche minuto (devono rimanere al dente). L'ultimo minuto aggiungete una noce di burro.
- 3
Ora unite ragù e funghi nella padella dove padellerete la pasta. Unite anche le noci spezzettate grossolanamente a mano. Mettete a cuocere le tagliatelle e a un minuto da fine cottura trasferitele nella padella del ragù. Continuate la cottura aggiungendo acqua di cottura poco per volta e mescolando delicatamente. A fine cottura unite un giro d'olio a crudo e padellate.
- 4
Impiattate aggiungendo una leggera grattugiata di parmigiano (facoltativo).
Cooksnap
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Le noci, consumate dagli uomini sin dal Neolitico, sono uno dei frutti a guscio più diffusi, da mangiare crude o da cuocere. Nell’antichità intorno a questo albero maestoso, emblema di prosperità e protezione, si affollavano simboli, credenze e miti. I suoi frutti raccolti in settembre-ottobre, che per forma e contenuto ricorderebbero la testa umana, sembra che fossero indicati per curare le malattie della mente e dell’amore. Ne veniva fatto dono a coloro che soffrivano di deperimenti, o erano messi nelle tasche dei giovani per farli innamorare.Alle noci si attribuivano anche virtù afrodisiache per l’eccezionale potere nutritivo e corroborante (una noce 45 calorie), e la forma che identificava in questo caso gli attributi maschili. Per la doppia protezione garantita al frutto da guscio e mallo, Plinio scriveva che le noci erano l’emblema della stabilità del matrimonio. Dedicate a Giove e definite “cibo degli dei”, venivano gettate in aria e offerte durante le cerimonie nuziali. Durante il Medioevo con il frutto si curava la debolezza di stomaco, l'infuso di foglie era indicato per la tosse e l’asma, i gusci tritati servivano a lenire il mal di denti. Oggi a questo frutto oleoso molto energetico, ricco di grassi, calcio, ferro e sali minerali, vengono riconosciute molte qualità. Tonico del sistema nervoso, antisettico ed emolliente della pelle, colorante per abbronzanti e capelli. Tony Mazzanobile -
Vellutata di porcini e cannellini, con funghi pioppini Vellutata di porcini e cannellini, con funghi pioppini
La semina del fagiolo cannellino avviene fra la fine di giugno e inizi luglio e trattasi di una seconda coltura poiché i fagioli vengono seminati dove prima erano seminati campi di grano e mais. La raccolta avviene nella seconda metà di ottobre fino a novembre. Questi fagioli vengono aggregati in mazzetti e vengono fatti essiccare in ambienti molto ventilati. Dopodichè si passa alla battitura manuale e quindi la sgranatura dei baccelli. Una volta raccolti e conservati in sacchi di juta, vengono selezionati a mano dalle persone del luogo. Non è ammesso alcun tipo di concimazione. È ammessa la lotta fitosanitaria nel rispetto della normativa vigente. L’irrigazione viene effettuata ogni 6-10 giorni, utilizzando le acque del fiume Melfa, del torrente Mollarino e loro affluenti con il metodo a scorrimento, a pioggia o a goccia. Tony Mazzanobile -
Bigoli con crema di porro, funghi e noci Bigoli con crema di porro, funghi e noci
La storia della noce si perde nella classica “notte dei tempi”, visto che specie affini alla pianta del noce sono state ritrovate sia in stratificazioni geologiche del Miocene (porzione dell’era terziaria, 23-5 milioni di anni fa), sia in terreni dell’era Quaternaria (quella in cui viviamo, iniziata appena 2,5 milioni di anni fa) epoca in cui l’uomo faceva la sua comparsa sulla terra. Gli studiosi concordano che sia la Cina o il massiccio dell’Himalaya la zona d’origine, da cui poi la pianta sarebbe passata in Persia e poi in Grecia, in Italia e in altri paesi dell’Impero Romano. Il noce è una pianta ricordata anche nella Bibbia (Cantico dei Cantici), mentre Virgilio e Ovidio ne parlavano già ai tempi dei re di Roma: presso questo popolo le noci erano usate nei cortei nuziali dagli sposi, che ne lanciavano sugli invitati più giovani per significare che per gli sposi l’epoca dei giochi era finita. Con molta probabilità proprio da questo uso derivano i confetti lanciati sugli sposi . Noci della pregiata varietà di Sorrento sono state ritrovate carbonizzate negli scavi di Pompei ed Ercolano. Da sempre però superstizioni e leggende sul Noce si sono tramandate nei secoli, che qui, per motivi di spazio, non posso raccontare. Tony Mazzanobile -
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